(Jamma) – Nuovamente affermata dal Tribunale di Napoli la discriminazione ai danni dell’operatore Goldbet. Il Tribunale partenopeo, con sentenza depositata il 4 Novembre 2015, ha assolto con ampia formula un titolare di CED collegato all’operatore austriaco che nel 2012 era stato indagato per aver attuato l’attività di raccolta scommesse pur avendo ricevuto il diniego da parte della Questura.
Anche stavolta il Giudice ha condiviso le tesi illustrate dall’avv.Marco Ripamonti, difensore storico dei centri Goldbet, basate sulla intervenuta discriminazione che ha impedito l’accesso del bookmaker al circuito concessorio italiano. Discriminazione affermata e riconosciuta, secondo la difesa, in Corte di Cassazione, con ben sette sentenze, nonchè e sopratutto in Corte di Giustizia.
Il Tribunale in motivazione ha richiamato tutte le sentenze della Suprema Corte rese sul caso Goldbet equiparando, a fronte del Bando Bersani, il caso Goldbet al caso Stanley.
Soddisfazione è stata espressa dal difensore avv.Marco Ripamonti, il quale mette così all’attivo una nuova assoluzione resa da un importante tribunale, in vista dei numerosi procedimenti penali ancora aperti tra cui spicca il noto processo leccesse, del quale numerosissimi stralci, ci riporta il difensore stesso con soddisfazione, hanno già avuto come epilogo importanti archiviazioni o assoluzioni.