(Jamma) – “L’ultima bozza relativa alla Legge Delega Fiscale, al vaglio del Legislatore da oltre un anno e apparsa negli ultimi giorni sugli organi di stampa, è un ulteriore prova del fatto che lo Stato Italiano sta cercando di correre ai
ripari blindando e salvaguardando quegli operatori che hanno aderito alla recente “sanatoria”.
Con il condono, infatti, lo Stato è intervenuto nel settore con una legge vaga e imprecisa, che facilmente, come è emerso nel dibattito tra gli addetti ai lavori proprio in questi giorni, potrebbe portare all’insorgenza di nuovi contenziosi legali e impugnative che altro non farebbero che estenuare ulteriormente un settore già provato
da 15 anni di incertezze e discordie. Come l’Acogi aveva denunciato sin da una prima lettura della Legge di Stabilità, concedere l’autorizzazione di pubblica sicurezza (ex art. 88 Tulps) a soggetti che non possiedono i requisiti soggettivi previsti ex lege contrasta con la previsione di tutela dell’ordine pubblico. Per questo motivo, l’obiettivo cardine per cui lo Stato Italiano si riserva il monopolio del settore del gioco, nonché la difesa della sicurezza dei cittadini-consumatori a 360°, vengono meno se si pensa che chiunque ha potuto accedere alla sanatoria semplicemente pagando.
Da questa grande incongruità nasce la previsione della Delega Fiscale di eliminare la richiesta di autorizzazione ex art. 88 Tulps e dare ad ADM totale autonomia di intervento sul settore. Secondo l’Acogi questa soluzione trovata dal Governo non escluderà la possibilità di ricorsi contro i provvedimenti di rigetto che ADM emanerà nei confronti di bookmaker che non hanno aderito alla sanatoria ritenendo la stessa discriminatoria. Particolarmente incisivo, nella bozza, il passaggio riguardante le pene più severe in caso di esercizio di raccolta scommesse anche per via telefonica e telematica: l’intento è quello di dare una spallata decisiva ai “.com” cercando sempre di salvaguardare chi ha creduto nella sanatoria.
Tale previsione, però, potrebbe portare il settore ad una confusione ancora più marcata rispetto a quella vissuta attualmente: il rischio infatti è quello di veder fiorire centri scommesse “mascherati” che non facciano alcuna richiesta di autorizzazione ad ADM e che operino come accadeva 10-15 anni addietro. Un ritorno al passato che il betting italiano davvero non merita dopo numerosi interventi della Corte di Giustizia Europea e alla vigilia del 2016, anno di scadenza di tutte le concessioni attualmente in essere”.
Acogi